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05/09/2023Dal Web 1 al Web 3 passa meno di una generazione ma, se ci siamo divertiti a ripercorrere le prime due serie, non è ancora chiaro cosa aspettarsi dalla serie 3. Chi fa spoiler poi ci mette dentro di tutto: metaverso, intelligenza artificiale, gaming, criptovalute, blockchain, un paio di cipolle e sale quanto basta.
Lo so, avete fatto come me: siete andati a sbirciare su Google, avete seguito un paio di tutorial su Youtube e avete chiesto informazioni a vostro cugino che conosce tutto. Ma siete riusciti poi a spiegare cos’è il web 3.0 a vostra nonna? In una frase? Senza che vi abbia poi risposto “sì, vabbè, a nonna, ma vieni a mangiare le frittelle che sono pronte”?
Io no e, se anche voi non ci siete riusciti, allora siamo ancora lontani dall’avere un’idea di cosa sia. Nonostante Wikipedia.
In rete vi sono tantissimi guru che ci raccontano il web3 e riuscire a districarsi per capire a chi affidarsi per avere lumi è davvero difficile. Ad ogni modo, di quel poco che ho capito del web 3.0, di una cosa sono convinto: evitare almeno 5 categorie di guru che si trovano in rete.
Prima ancora di imbarcarci in una comprensione terrena dell’oggetto della discussione, ovvero il nuovo web, meglio quindi inquadrare i soggetti dai quali arrivano le informazioni. Insomma, l’antico adagio “da che pulpito…”.
5 figure di guru da evitare
Ecco le 5 categorie di guru che ho identificato. Ovviamente se ve ne sono altre, scrivetemelo pure. Questo è un gruppo di autosostegno, mica un corso di web.
- Il cospiratore che predica la fine del mondo: sono coloro che ti parlano di decentralizzazione profetizzando la fine della banca mondiale e di tutte le banche statali entro il prossimo fine settimana. Da lunedì prossimo – infatti – saremo noi ad avere il potere pieno e totale sui nostri risparmi, senza intermediari finanziari, senza pagare più ingiuste gabelle, senza più gruppo Bilderberg e compagnia cantante. Basta tenere i risparmi sotto al materasso! Adesso grazie alle criptovalute e… bla bla bla.
- Il crypto-arricchito da Dubai. Si è arricchito con le criptovalute o con la finanza allegra, ti promette magnifiche sorti e progressive del mondo dorato delle nuove monete digitali, lavori fronte piscina e Lamborghini in garage. Per farlo ovviamente devi pagare il suo esclusivo corso online dove ti svelerà i segreti più reconditi di come fare fortuna. Basta vita da mediano! Abbandona le reti, lui ti renderà pescatore di crypto.
- Il geek-snob: sono super esperti, sanno davvero tutto sul web3 e ti parlano con un linguaggio talmente tecnico che già alla seconda parola ti scopri assorto nel pensiero del “chi me l’ha fatto fare?”. Ti guardano dall’alto verso il basso come se non avessi capito nulla della vita, non solo di blockchain. Loro conoscono i segreti del sacro Graal, e povero te che sei solo un comune mortale. Sono di solito appassionati di videogiochi e li riconosci dalla sedia da nerd sulla quale sono seduti.
- L’entusiasta su fiducia: Non ne capisce molto, parla per sentito dire, si informa su Facebook, ma ha intuito che il nuovo avanza. Per cui ti racconta di token, di proof of work, di Ethereum come il bello, il perfetto e il magico, ma quando gli domandi cosa sono nello specifico le cose di cui ti informa, non sa risponderti. Di solito ha un “cuggino” che lo saprebbe spiegare meglio oppure… è proprio lui il “cuggino”.
- Il catastrofista diffidente: E’ il contrario del cospiratore ma di verso opposto. Sa tutto lui e per questo conosce il futuro. E’ tutta una bolla, una bufala, una truffa e in breve si spegneranno gli entusiasmi. Il suo sicuramente. Visto che le parole blockchain e crypto gli fanno venire il vomito, non ascolta e guai a fargli una domanda: saresti sempre tu l’ingenuo che crede in “queste cose”.
Il compianto Luciano De Crescenzo, in un suo celeberrimo film, diceva «Il bene è il dubbio! Quando voi incontrate una persona che ha dei dubbi state tranquilli, vuol dire che è una brava persona, vuol dire che è democratico, che è tollerante, quando invece incontrate quelli che hanno le certezze, la fede incrollabile, e allora ‘stateve accorte’, vi dovete mettere paura».
Ma quindi, se la decentralizzazione sembra essere la possibilità di avere il pieno controllo sulle informazioni e sul contenuto da parte degli utenti, senza intermediazione di terzi, allora la domanda importante è la seguente: ma siamo davvero pronti a disintermediare?
Cosa abbiamo appreso
- Uno dei concetti alla base del Web 3.0 è la cosiddetta “decentralizzazione”
- Chi parla di Web 3.0 lo fa in modo estremamente ottimistico o estremamente pessimistico, a seconda della propria sensibilità e visione delle cose
- Sul Web 3.0 e sulla decentralizzazione è bene fare domande, studiare, farsi una propria idea e trovare una propria chiave di lettura, essendo ancora tutto in divenire
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