Scusi, in che millennial siamo?
22/04/2019La DDR, il muro di Berlino, la Germania divisa. 18 anni fa l’Inizio della fine per un clamoroso equivoco mediatico.
Winfried Freudenberg è un nome che ai più non dirà proprio nulla. Eppure rappresenta l’ultima grande beffa di quel che rimane del muro di Berlino. Winfried, infatti, fu l’ultima vittima, ucciso dalle guardie di frontiera nel marzo del 1989. Solo qualche mese più tardi quel muro, la DDR e l’intero sistema di blocchi, la guerra fredda ed una visione bipolare del mondo non esisteranno più.
Tutto ha inizio alla fine della seconda guerra mondiale. La Germania non è più una nazione unita ed anche l’informazione si divide rispecchiando i blocchi di influenza che dividono l’Europa.
L’etere radiofonico tedesco
Nella Repubblica Federale Tedesca (RFT) nascono NWDR-Nordwestdeutscher Rundfunk (Northwest Germain Broadcasting – NWUR) di Amburgo, riaperta dalle forze di occupazione inglese per dare comunicati entro la British Zone, BR-Bayerische Rundfunk in Baviera, e SOR-Südwestrundfunk, mentre nella Repubblica Democratica Tedesca (RDT o DDR) accanto alla Berliner Rundfunk, riattivata dalle Autorità militari sovietiche nel 1945, sorgono, nei 5 Lunder, altrettante stazioni radiofoniche, poi soppresse nel 1952 perché “la radiofonia circolare fosse ricostituita secondo II modello sovietico” (la cosiddetta Deutschlandsender , Radio Badino) .
Deutschlandsender mantiene il nome pre-bellico e trasmette programmi dalla neonata Repubblica Democratica Tedesca con l’intento di raggiungere gli ascoltatori della Repubblica Federale. La Radio inizia a trasmettere au onde corte e su onde lunghe alla frequenza 185 kHz per poi passare in FM col nome di Radio Berlino.
Se ad oriente le radio si allineano alla “Russificazione” dei paesi del patto dl Varsavia assoggettandosi alla propaganda comunista, in occidente alle radio nazionali si affiancano le nuove super-statlons americane che sbarcano nel vecchio continente per portare un’informazione alternativa ai paesi che si trovano nell’emisfero sotto controllo Russo. I venti di guerra che arrivano da est, infatti, fanno presagire una nuova guerra dell’etere e gli Stati Uniti iniziano una strategia mediatica che durerà fino ai giorni nostri. Forti dell’esperienza “mediatica” della seconda guerra mondiale, le radio americane (Radio Free Europe in testa) si propongono di spezzare la propaganda sovietica e la chiusura mediatica di regime con programmi di controinformazione.
Ma le trasmissioni oltre cortina non sono unilaterali. La guerra fredda diviene guerra dell’informazione e nel 1950 nella DDR nasce l’Ard, consorzio di lavoro federale che raggruppa gli enti radiofonici di diritto pubblico delle regioni tedesche, dando il via ai programmi per stranieri.
La guerra dell’etere è senza frontiere e senza precedenti. Gli inglesi si affrettano a definirla jamming, marmellata, e alla corsa agli armamenti si aggiunge la corsa agli investimenti in grossi centri di trasmissione col duplice obiettivo di contrastare le trasmissioni dei nemico e raggiungere i simpatizzanti e alleati nel territorio al di qua o al di là della cortina di ferro.
A Berlino, le autorità americane rispondono can la “Rundfunk im amerikanischen Sektor.” (Radio in the American Sector o RIAS) il cui ascolto, ovviamente, viene scoraggiato e boicottato nella parte est della città.
Berlino si sveglia divisa
E’ domenica 13 agosto 1961, ore 1:11. La radio di Berlino Est interrompe le trasmissione “Melodien zur Nacht” per una comunicazione urgente e straordinaria annunciando che “l governi degli stati del Patto di Varsavia si rivolgono al Parlamento e al governo della DDR”. il giorno prima l’URSS aveva negato il diritto di accesso degli occidentali a quella parte di Berlino sotto l’influenza sovietica. Le strade sono sbarrate e le metropolitane hanno soppresso le fermate che conducono a Berlino Ovest.
Qualcosa di strano sta succedendo. La decisione è presa: gli abitanti della Germania comunista possono recarsi nel settore occidentale solo con un permesso speciale. Con i favori della notte si chiudono le arcate del ponte che collega le zone sotto influenza occidentale da quelle con influenza orientale. Mattoni e cemento realizzano una prima bozza dei famigerato “muro”. La porta di Brandeburgo diventa la porta di “confine” fra due mondi non si parleranno per quasi mezzo secolo: Berlino Est e Berlina Ovest,
L’Ansa segue, come in un bollettino di guerra, gli avvenimenti:
- Alle 03:20 emette un primo comunicato’ “Berlino – II confine tra Berlino est e Berlino ovest é stato chiuso questa notte“.
- Ore 03.28: “Autocarri carichi di truppe della RDT (la DDR) sono stati visti prendere posizione lungo la linea eli confine presso la Porta di Brandeburgo. Il consiglio dei ministri ha deciso di attuare nel settore occidentale di Berlino i controlli abituali alle frontiere di uno Stato Sovrano. I cittadini della Germania orientale potranno entrare a Berlino ovest solo se in possesso di uno speciale certificato”.
Col passare delle ore appare chiaro che il muro circonderà Berlino Ovest e trasformerà i settori occidentali in un’Isola all’interno del territori orientali.
La propaganda via radio é particolarmente retorica. Karl-Eduard von Schnitzler, il commentatore capo della Ulbricht dichiarerà: “La botola Berlino Ovest è stata sprangata” o ancora “La punta della lancia diretta al cuore della DDR è stata piegata.“
La caduta del muro
Negli anni della Perestroika e del dialogo il muro sembra non vacillare, tanto che il 19 gennaio 1989 Erich Honecker, segretario generale della SED (Sozialistische Einheitspartei Deutschlands o Partito Socialista Unificato Tedesco), si affretterà ancora a precisare: “Tra 50 e anche tra 100 anni il muro ci sarà ancora, finché non saranno eliminati i motivi che giustificano la sua presenza‘.
E invece la storia ed un clamoroso equivoco mediatica la smentirà clamorosamente, il nuovo governo di Krenz, succeduto ad Erich Honecker, decide di concedere ai cittadini dell’Est permessi meno restrittivi per viaggiare nella Germania dell’Ovest. Una notizia importante che merita clamori e fanfare di partito.
Viene affidato pertanto a Günter Schabowski, il ministro della Propaganda della DDR, portavoce del SED, il compito di darne la notizia. Di ritorno dalla sua vacanza e ignaro dei dettagli decisi, il 9 novembre 1989 si presenta alla conferenza stampa convocata alle ore 18.
In relativa fretta gli viene recapitata la notizia da dare: tutti i berlinesi dell’Est possono attraversare il confine con un appropriato permesso. Poiché Il provvedimento è stato preso poche ore prima della conferenza, lo stesso sarebbe dovuto entrare in vigore nei giorni o addirittura mesi successivi, dando così il tempo di dare la notizia alle guardie di confine.
Alle 18:53 il corrispondente italiano Ansa da Berlino Est, Riccardo Ehrman, chiede da quando le nuove misure sarebbero entrate in vigore. Schabowski cerca inutilmente una risposte nella foglio che ha di fronte, ma la velina dei Politburo non chiarisce nulla. La sua risposta è tanto imbarazzata quanto clamorosa: “ab sofort”, dice, gonfiando i guancioni e stringendosi nelle spalle dell’abito grigio del partito. “Per quanto ne so, immediatamente“.
La voce di Günter Schabowski, in diretta radiofonica e sul canale tv DDR1, ha l’effetto di un gol ai mondiali all’ultimo minuto di gioco. La gente si riversa nelle strade urlando e festeggiando e le guardie di frontiera, a corto di informazioni, sono travolte da un’onda che da est e da ovest preme verso il muro. Le drammatiche consultazioni telefoniche dei membri del Politburo sono intente a decidere il da farsi: repressione o libertà? Ma la situazione è ormai ampiamente ingestibile. Si vota per la seconda. E’ la fine di un’epoca.
Articolo pubblicato su La Voce d’Italia (09.11.2007)